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Terminus Oxygénée

17 Aprile 2017

Terminus Oxygénée
68% vol.

Comparso sul mercato da pochi giorni, il Terminus Oxygénée va a completare la prestigiosa gamma degli assenzi Jade, una piccola e dinamica azienda guidata da Ted Breaux, che nasce dalla volontà, in un periodo in cui non era ben chiaro cosa fosse un assenzio autentico, di riprodurre il più fedelmente possibile i migliori absinthe del passato.
Il Terminus Oxygénée non si origina come replica dell’omonimo assenzio “bienfaisante” della belle Epoque, “terminus” indica semplicemente che si tratta dell’ultimo assenzio della serie Jade, e vuole rendere omaggio non tanto allo storico Terminus ma all’Oxygénée Cusenier, padre di tutti gli assenzi ossigenati.
La Distilleria Cusenier fu fondata a Ornans (vicino a Pontarlier) nel 1858 e si specializzò inizialmente nella produzione del kirsch e dell’assenzio. Nel 1871 aprirono una nuova fabbrica a Parigi e nel 1872 una terza a Charenton. In seguito vennero aperte altre distillerie a Marsiglia, Bruxelles, Muhouse, Cognac, Buenos Aires e Montevideo.
L’assenzio Cusenier era famoso per la sua qualità, ed era l’unico assenzio francese ad essere più caro del Pernod Fils (circa 2 franchi al litro). Tutti gli altri (grandi) marchi all’epoca costavano meno: Edouard Pernod, Berger, Premier Fils, Junod, Terminus (circa 1.6 franchi), Parrot, Bazinet, Vichet (1.30 franchi) – senza andare a scomodare gli absinthe ordinari prodotti con oli essenziali, alcool di terza scelta e coloranti (meno di 60centesimi al litro).
A partire dal 1898 il termine “Oxygénée” comparve per la prima volta sull’etichettà del Cusenier per indicare il leggendario (e brevettato) processo produttivo in cui l’ossigeno veniva soffiato sotto pressione attraverso particolari pompe direttamente nell’assenzio appena distillato: si credeva infatti che questo procedimento migliorasse il sapore, rivitalizzasse l’assenzio e avesse anche dei benefici per la salute.
Nei tempi in cui l’assenzio da fata (assenzio, in francese, è un nome femminile) era divenuta strega, e l’opinione pubblica più responsabile (o bigotta) si stava sempre più armando per una crociata contro il “pericolo verde”, alcuni marchi indirizzati al mercato più borghese e meno popolare (non a caso l’Oxygénée è stato l’assenzio più costoso della storia, più del Pernod Fils), tendevano a sottolineare, anche a livello di marketing, come i loro prodotti fossero “bienfaisante” – non solo non dannosi, quindi, ma addirittura salutari. Questo era permesso attraverso l’utilizzo di ingredienti/alcool di qualità (considerando che all’epoca esistevano coloranti dannosi per la salute, addirittura solfato di rame, alcol con tracce di metanolo ecc), come già faceva da anni la Pernod Fils. Così la Cusenier ebbe un’idea che riscosse un ottimo successo, ovvero quella di “ossigenare” l’assenzio, attraverso pompe d’aria calda, pensando (comunque pubblicizzando) che questo sistema rendesse l’assenzio più “igienico” e salutare.
Viene prodotto nella storica distilleria Combier, a Saumur, utilizzando gli ingredienti storici dell’antico Oxygénée, con l’aggiunta di un particolare tipo di artemisia raccolta ai piedi delle Alpi, che sembra conferire all’assenzio in oggetto un profilo piuttosto audace e vagamente “medicinale”, rifacendosi in questo modo alle radici della bevanda, quando ancora non era l’aperitivo per antonomasia della Belle Epoque.
Per la sua produzione, Ted Breaux, uno dei distillatori più talentuosi in assoluto, utilizza gli alambicchi originali che si erano salvati dall’incendio della Pernod Fils nell’ormai lontano 1910.
Utilizza una fantastica acquavite francese nella quale vengono macerati, e successivamente distillati, come da tradizione Jade, artemisia absinthium di Pontarlier, anice verde dell’Andalusia e finocchio di Gard. La colorazione avviene solo ed esclusivamente attraverso la successiva infusione di ingredienti naturali (no coloranti).